Ritorniamo al tradizionale primo articolo del mese = book tag e vi propongo questo tag simpaticissimo che parla di primi appuntamenti. Certo l’ansia che dà questo evento non l’abbiamo quando iniziamo a leggere un libro, e le sensazioni e le emozioni sono senza dubbio amplificate, ma spesso alcuni esiti possono somigliarsi. Quindi eccoci tra belli e brutti primi appuntamenti e tra libri più o meno godibili. Lasciamo partire questo tag a cui come sempre v’invitiamo a partecipare tutti!

Masturbate!

1. Il primo appuntamento imbarazzante: non è un brutto libro ma manca la scintilla: Fair play di Tove Jansson (2017, Iperborea) è un bel libro, breve, piacevole, ma sì manca la scintilla o almeno manca quel qualcosa che ci appassioni. La storia tratta di due donne, dei loro continui battibecchi, delle loro storie e delle loro arti. È molto sottile, ironico anche, ma la trama per noi è troppo lineare. La scrittura è godibilissima, l’ambientazione anche, ma preferiamo libri più “movimentati”.

5c05e9474b14477de5c8c3738de57178.jpg2. Il primo appuntamento scadente: un libro più brutto di quel che ti aspettavi. Avete presente quando siete molto sicuri di un autore e quindi con il cuore in mano, trepidanti andate a comprare il suo ultimo libro? Così ci è successo per Gli innamoramenti di Javier Marias (2014, Einaudi) e… non è stato all’altezza delle nostre aspettative. Sarà stato l’hype che ci ha fomentati troppo ed ha innalzato il livello di quello che ci aspettavamo. È la storia di una coppia, perfetta, osservata da lontano e di innamoramenti. Al centro di tutto c’è una morte improvvisa e quasi casuale, come in quasi tutti i libri di Marias, ma questa volta ci è sembrato che ci fosse meno organicità. Insomma, sia negli appuntamenti che nella lettura, si deve essere pronti alla delusione.

3. Il primo appuntamento ben preparato: un libro migliore di quel che pensavi. L’odore dei ragazzi affamati è un fumetto da poco uscito per Bao Publishing, che io ho recensito per Meganerd. È stata veramente una lettura piacevolissima e anche sorprendente. Non mi aspettavo praticamente nulla da questa graphic novel, non avendone mai sentito parlare, né conoscendo gli autori. La trama però era molto interessante, ben costruita e appassionante, l’ambientazione western è molto lontana da quello che leggo di solito, ma mi è davvero piaciuta! Super consigliato.

4. Bello ma stupido: un libro bello fuori ma brutto dentro. Allora brutto no, non possiamo dire che The Fiction di C. Pires, D. Rubin (2016, Tunuè) sia brutto dentro, ma non è neanche bellissimo e soprattutto c’è un bug tra i disegni, assolutamente meravigliosi e la narrazione e la trama che lasciano parecchio a desiderare. Insomma, non proprio bello ma stupido, però quasi!

5. Appuntamento al buio: un libro che hai comprato a occhi chiusi. L’abbiamo amicagenialecomprato ad occhi aperti, perché ci siamo innamorati della sua copertina, ma oltre questo non sapevamo nulla nè del libro in sé, né dell’autore. Stiamo parlando di Gli insetti preferiscono le ortiche di J. Tanizaki (2017, Elliot), romanzo delicatissimo e molto distante dalle nostre letture più occidentali, che abbiamo apprezzato moltissimo.

6. Speed dating: un libro che hai letto super velocemente. Lo sapete già, i libri che abbiamo divorato sono quelli della quadrilogia di Elena Ferrante, di cui vi abbiamo abbondantemente parlato qui e qui.

eccomi7. Il rimpiazzo: un libro che hai letto troppo presto dopo una lettura importante e che quindi non hai apprezzato. Non so se non l’abbiamo apprezzato perché è arrivato dopo un signor libro (Blankets), ma a noi Eccomi di J. Safran Foer (2016, Guanda) proprio non ha convinti. Forse lo avremmo letto con più piacere se non sarebbe venuto subito dopo il libro che ha prosciugato i nostri condotti lacrimali, ma forse no. Non è stato facile affrontarlo non solo per la mole di pagine, ma per i continui e in alcuni casi pedanti riferimenti religiosi, per la storia del bambino che ha usato la parola che inizia per “n”, per la trama caotica, informe, un grande no praticamente.

8. Il troppo entusiasta: un libro che ci ha provato troppo. Allora non sappiamo bene come rispondere a questa domanda, però prendendola in maniera positiva, un libro che ci ha provato troppo, ma che è riuscito nel suo intento è La terra dei figli di Gipi (2016, Coconino). Un libro che è tutto il contrario dell’entusiasmo, in cui c’è una storia drammatica. È una graphic novel in cui c’è tanto: violenza, amore, rapporto padri/figli, religione, fanatismo, ma è un mix di concetti e di tematiche sviluppato in modo egregio, quindi sì la posta in gioco è alta, ma vince.

9. Il primo appuntamento perfetto: un libro che per te ha fatto tutto bene. Lo sapete già. Non so a quale libro di preciso rimandarvi, ma è di Eco. Forse proprio a Baudolino, quello che ha visto l’inizio della mia proficua relazione con questo genio italiano. È sempre suo il mio libro perfetto.

10. Il primo appuntamento umiliante: un libro che ti fa sentire imbarazzato all’idea che ti sia piaciuto/ un libro che ti imbarazza veder letto in pubblico. Dunque, questa domanda l’avrei volentieri ignorata, ma forse è giusto rifletterci un attimo. Perché mai io lettrice/lettore, dovrei sentirmi in imbarazzo per qualcosa che mi piace? Se mi è piaciuto ha rispecchiato almeno in parte un mio pensiero, un mio modo di vedere, un lato del mio carattere quindi perché dovrei vergognarmene? Io a livello personale sono sempre contenta di parlare delle cose che mi piacciono e niente mi ha mai creato questo imbarazzo, neanche dire che mi piacciono moltissimo le scene degli omicidi in Hannibal ad esempio. Non vedo poi perché dovrei sentirmi a disagio per un libro che sta leggendo un’altra persona in pubblico, se piace a lei a me cosa cambia? E poi a cosa si potrebbe riferire questa domanda, a contenuti espliciti forse? Io sono la prima che legge libri, ma soprattutto fumetti molto violenti, ma anche in alcuni casi con contenuti sessualmente espliciti e non vedo dove sia il problema. Spero che nessuno abbia davvero dato una risposta a questa domanda, perché se a me piacciono gli Harmony (che io non ho mai letto perché non ho mai sentito questa esigenza nella vita, ma mai dire mai) non vedo chi o come potrebbe giudicarmi, magari mi piace quel tipo di narrazione, quello stile e se va bene a me non ci dev’essere nessun imbarazzo nel dimostrarlo. Leggete tutto, leggete sempre, se vi piace quello che state facendo non imbarazzatevi, non è che se non leggi Dostoevskij sei peggio/meglio di altri, quindi…

Bene, speriamo di avervi dato qualche spunto di lettura e di riflessione. Vi auguriamo primi appuntamenti perfetti sia con le persone che con le letture e mi raccomando, vogliamo sapere le vostre risposte!


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