È finalmente iniziato il nuovo anno, lo aspettavamo con ansia, ma sembra che questo passaggio sia stato più sottotono degli altri. Nessun cambiamento epocale all’orizzonte, sicuramente nessun cambiamento di quelli che ci aspettavamo, la pandemia è ancora con noi e tutto sembra sempre allo sbaraglio.
Cosa ne pensano le carte di questo primo mese dell’anno? Almeno loro non hanno dubbi.
La Morte
Voi penserete che ci troviamo di fronte a presagi funesti, terribili avvenimenti, ma non è così. La Morte è una delle mie carte preferite, che mi accompagna in moltissime letture e il suo significato è chiaro: liberazione.
Bisogna fare piazza pulita del nostro passato, armarci per la rivoluzione. Non possiamo più essere disposti a tollerare elementi inutili che ci danneggiano e ci rallentano, dobbiamo essere veloci, precisi, dei ninja che con un taglio netto fanno fuori tutto il superfluo. Abbiamo bisogno di sfogarci. Fino a ora abbiamo accumulato e accumulato, ci siamo fatti carico di problemi non nostri, ci siamo aperti con le persone sbagliate, siamo stati fraintesз, è arrivato il nostro momento. Dobbiamo liberarci da ogni schiavitù che sia lavorativa, relazionale, un vizio, è ora di preparare il terreno per cose grandi. La carta di dicembre ci aveva detto di preparare i bagagli e partire per un viaggio sul Carro che ci avrebbe portato alla vittoria, ma i nostri bagagli sono troppo pesanti per farci volare liberi e questo è il momento giusto di mantenere solo il necessario.

Che cosa deve morire in me? Che cosa si sta trasformando?
Siamo gli unici padroni di noi stessi e la rivoluzione della nostra vita può partire solo dal nostro intimo. È il momento giusto per lasciare andare tutto ciò su cui abbiamo dei dubbi, le trasformazioni che avvengono ora devono essere radicali. Dobbiamo lasciar morire ciò che ci fa male per poter rinascere nel migliore dei mondi possibili. La carta, nella rappresentazione comune, raffigura uno scheletro a cavallo che porta in alto una bandiera mentre procede verso i vivi, lasciando alle sue spalle i morti. In groppa al cavallo non c’è nessuna presenza dell’oltretomba, ma ci siamo noi che dobbiamo progredire lasciandoci alle spalle i fantasmi che infestano la nostra vita. Si chiude una porta, si apre un portone, questo è il messaggio della carta per noi.

Cosa leggiamo?
La morte secondo Shakespeare, Kathryn Harkup, traduzione di Davide Fassio, Codice Edizioni.
La morte è sempre stata appassionante, si pone fine a tutto inaspettatamente e il grande drammaturgo inglese sapeva piazzare le morti nel momento migliore per sbalordire il pubblico. Harkup fa una disamina di tutte le morti messe in scena da Shakespeare, di quanto fossero effettivamente realistiche e di come potevano colpire il pubblico. Da evento terribile a trovata narrativa, la morte è la protagonista di questo saggio che si muove tra letteratura, scienza, medicina e diritto.

Tredici notti di rancore, Kamimura Kazuo, Coconino Press.
Tredici fantasmi tornano dal passato per compiere la loro vendetta, sono spiriti assetati, piegati dal rancore che odiano intensamente. Sono spiriti che in vita hanno dovuto subire angherie e violenze e tornano dall’oltretomba a sconvolgere le vite dei vivi. Sono proprio questi i fantasmi che dobbiamo lasciarci alle spalle, agiamo con decisione e tagliamo tutto ciò che potrebbe tornare a disturbare.
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