Due amiche che si chiamano Carla, hanno lo stesso segno zodiacale, amano le stesse cose tra cui i fumetti, non potevano non decidere di fare qualcosa insieme. Da qui è nata Carle vs, la nostra rubrica di interviste doppie a fumettist* per farvi scoprire e leggere di nuovi fumetti.

Stavolta vi portiamo a conoscere Gero Arnone ed Eliana Albertini: lo sceneggiatore e la disegnatrice de “La vita della mia ex per come la immagino io”, della neonata collana di fumetti Cosmica di minimum fax. La vita della mia ex è un insieme di storie divertentissime che ci faranno conoscere drammi personali, cosa si nasconde davvero dietro le istruzioni di una caldaia, ma soprattutto leggerete ciò che non vi hanno mai detto su Titanic! Ora non vi resta che leggere la nostra intervista. Qui sotto troverete le risposte della disegnatrice Eliana Albertini, mentre navigando fino ad una banda di cefali, leggerete le risposte di Gero Arnone!

Ciao Eliana e benvenuta su Tararabundidee. La prima domanda della nostra intervista doppia è una domanda di rito: tu e Gero provenite da due settori diversi: cinema, televisione e fumetto. Com’è nata questa insolita collaborazione? Com’è stato lavorare insieme?

Ciao e grazie!
La collaborazione insolita è nata da un procedimento spesso solito, nel fumetto: cioè abbinare uno sceneggiatore a un fumettista. Questa cosa avviene sia spontaneamente (ti conosci, in metro, al parco, in un bar all’angolo, e poi da cosa nasce cosa) oppure tramite un complicatissimo sistema di algoritmi capace di abbinarti perfettamente al fine di realizzare il libro perfetto. In questo caso a capo di questo complicatissimo sistema c’è stata Carlotta Colarieti, che dalla sala dei computer di minimum fax (immagino sia andata così) mi ha scritto per dirmi che dovevo lavorare a un libro scritto da Gero Arnone. L’algoritmo aveva parlato e aveva pure ragione, perché è andata molto bene.

La vita della mia ex per come me la immagino io è un’antologia di vari racconti, in cui si va avanti e indietro nel tempo, tra lotte contro il patriarcato e corrispondenza con i dottori. Com’è stato concepito questo fumetto? Avevi già chiara la narrazione rocambolesca che ne è venuta fuori?

Quando sono arrivata io i racconti erano in gran parte già stati scritti, per cui ero consapevole del fatto che sarebbe stata una cosa fuori dal comune. La cosa più difficile era sicuramente immaginare la loro forma grafica e avere la certezza che il tutto poi potesse stare bene insieme senza forzature, ma poi è stato facile capire che tutte le barriere erano già state abbattute: dove ci sono blob che si librano in aria come ci possono essere forzature?

Anche a livello grafico il fumetto è molto particolare. La griglia viene abbandonata moltissime volte, così come le vignette, sostituite da didascalie, quasi ci trovassimo di fronte più ad un libro illustrato che ad un fumetto vero e proprio. Ci sono poi tanti inserimenti particolari, come scambi di mail e libretti di istruzioni. Quanto è stato difficile trovare la giusta impostazione grafica per accompagnare la narrazione? Come siete arrivati al risultato finale?

All’inizio di ogni lavoro ci vuole un po’ di tempo prima di capire qual è la strada giusta da seguire, sia a livello di narrazione che a livello di stile grafico. Il clic qui è avvenuto proprio quando ho capito, come ho già detto prima, che ogni muro poteva essere abbattuto. La griglia c’è ma serve per essere sfondata, il testo e i dialoghi diventano disegno e il disegno a volte si interrompe per
far spazio a schermate di computer. Ho sempre cercato di tenere questo tipo di approccio, anche nelle storie e nei libri scritti da me. Qui mi incuriosiva molto il fatto di poter dedicarmi molto di più a questa ricerca senza dover prima pensare a una storia per farlo, usando quindi i racconti di Gero per fare, sostanzialmente, la matta.

La grande ironia con cui siete riusciti a raccontare i temi più complessi è davvero spiazzante. Qual è il segreto per far ridere dove invece ci sarebbe da piangere?

Penso che l’ironia sia una specie di metodo di sopravvivenza. Quindi appunto dove c’è da piangere vale la pena essere ironici, ma prendendo molto seriamente l’ironia, quindi il far ridere. Non è ironia, non è serietà: il segreto forse sta proprio li nel mezzo.

Tra i grandi protagonisti del vostro fumetto ci sono il femminismo e la lotta al patriarcato. Qual è stato il tuo approccio verso questo tema così insidioso?

Durante la lavorazione più volte è emerso il fatto che potesse essere un tema insidioso e questo ci ha portato a dialogare molto. Infatti dietro un tono molto ironico e leggero (che comunque mi sembra il migliore per trattare temi insidiosi) c’è tantissimo ragionamento. Io ho considerato le storie di questo libro come catapulte che ti possono buttare da una parte all’altra di una barricata
molto alta senza trovare mai un attimo di riposo, e mi sembra uno specchio piuttosto preciso della società considerati questi temi. La strada è ancora molto lunga, questo libro forse è proprio quell’attimo di riposo.

Adesso una domanda difficilissima: senza fare troppi spoiler, ti andrebbe di dirci qual è la tua storia preferita e perché? Qual è stata invece la più complicata da realizzare?

Come tutto quello che faccio lego ogni storia al momento in cui l’ho disegnata, per cui in ognuna c’è qualcosa che mi piace molto (o che mi fa molto piangere, perché è giusto non farsi mancare nulla). Ma la mia preferita è quella che è stata anche la più complicata, ovvero la NUMERO DUE (la chiamerò così per motivi di privacy), dove ci sono costumi, una nave molto grande, divi del cinema e dei cartoni animati, pennuti serviti a merenda e una vicenda strappalacrime. Ogni piega che la storia prende è così intensa che avrei potuto dedicare almeno venti pagine l’una, la sfida è stata proprio concentrare tutto e farla funzionare in meno spazio, per renderla bilanciata con il resto del libro.

Ma a te “Titanic” è piaciuto? Dove ti schieri: team Cal o Jack?

Non ho grandi ricordi perché quando uscii al cinema ero abbastanza piccola. Ricordo però che mi piaceva molto Jack perché aveva sto vizio di disegnare, come me.

La vita della mia ex per come me la immagino io è un fumetto davvero particolare e unico nel panorama fumettistico italiano attuale. Hai già ricevuto feedback? Il fumetto ha suscitato le reazioni che ti aspettavi o ci sono stati commenti particolari su questo lavoro?

Purtroppo per ora è piaciuto a tutti tantissimo quindi non ho ancora potuto litigare sui social come speravo di poter fare.

Anche noi come nel fumetto, chiudiamo il cerchio ricollegandoci alla prima domanda e invece di guardare nel passato, stavolta vorremmo sapere qualcosa sul tuo futuro: quali sono i tuoi prossimi progetti? Lavorerai ancora con Gero?

Per ora lavoro sempre con il disegno in vari ambiti, spero più avanti sia di poter scrivere ancora storie mie ma di sicuro anche di lavorare di nuovo insieme a Gero. A questo proposito: Gero, sto ancora aspettando quelle robe che mi dovevi mandare, grazie.

Grazie ad Eliana per questa fantastica intervista, noi ci risentiamo il mese prossimo!