Due amiche che si chiamano Carla, hanno lo stesso segno zodiacale, amano le stesse cose tra cui i fumetti, non potevano non decidere di fare qualcosa insieme. Da qui è nata Carle vs, la nostra rubrica di interviste doppie a fumettist* per farvi scoprire e leggere di nuovi fumetti.
Questo mese vi portiamo in Francia, per ammirare da vicino una lontana, ma sempre affascinante questione sulla Gioconda. Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso in Per amore di Monna Lisa, hanno percorso la vita di Vincenzo Peruggia, l’operaio del Louvre che rubò la Gioconda per riportarla in Italia. A parlarne con me ci sarà lo sceneggiatore Marco Rizzo, mentre da una banda di cefali trovate l’intervista al disegnatore Lelio Bonaccorsi.

- Ciao Marco, benvenuto su Tararabundidee. La prima domanda della nostra intervista doppia è ormai di rito. Tu e Lelio avete già lavorato insieme in passato. Com’è nata la vostra collaborazione e come organizzate il vostro lavoro?
Ormai più di quindici anni fa io ero un professore alla Scuola del Fumetto di Palermo… e Lelio era uno dei miei allievi più promettenti. Presto siamo diventati amici (nonostante lui si addormentasse in classe – ovviamente perché disegnava tutta la notte) e gli ho proposto di collaborare inizialmente ad alcune storie brevi pubblicate online, agli albori dei webcomics. Poco dopo è arrivata l’opportunità di lavorare insieme a Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia per Beccogiallo e da lì è iniziata la nostra collaborazione.
Anche se il nostro lavoro rientra nella classica ripartizione dei ruoli, cioè io invio una sceneggiatura e Lelio la interpreta con i suoi disegni, dopo anni di collaborazioni continuiamo a confrontarci, specialmente nella fase iniziale in cui decidiamo su cosa lavorare o come impostare l’opera. Ormai è un confronto continuo, lui sulla mia sceneggiatura, io sui suoi disegni, cercando di migliorarci a vicenda.
- Per amore di Monna Lisa racconta di un fatto di cronaca avvenuto nel 1911, il furto della Gioconda da parte di un immigrato italiano che voleva riportarla in Italia, il paese a cui credeva che appartenesse. È una storia che mescola fiction e fatti reali, diversa quindi da quelle a cui avete lavorato insieme in precedenza. Perché avete scelto proprio questa storia e da dove nasce l’idea di raccontare dal punto di vista del ladro?
Volevamo da tempo provare qualcosa di diverso, scrivere e disegnare una storia in un’ambientazione per noi nuova e che non fosse né la classica biografia né un’opera di graphic journalism. A riprova di quanto dicevo sopra, l’idea è stata proposta da Lelio, che conosceva questa vicenda meglio di me. Quando l’ho approfondita, me ne sono innamorato, poiché bizzarra ma reale, poco nota nonostante epocale.
- Quanto è stato complesso ricercare notizie su Vincenzo Peruggia e anche su tutte le altre persone coinvolte nel leggendario furto, compresi Picasso e Apollinaire? Come avete fatto a creare questi personaggi storicamente esistiti e portarli in un fumetto?
Nonostante quanto scrivevo sopra, c’è una vastissima produzione su questa vicenda, tra documentari, podcast, libri, siti dedicati. In particolare ci è stato utile il lavoro di ricerca dell’Archivio Storico di Firenze, ricco di documenti, carteggi e foto, e liberamente consultabile. Sul “come”… be’, come sempre, cercando compromessi con la Storia quando necessario e rispettando i personaggi, studiandoli quanto possibile nelle loro caratteristiche.

- Il furto di Monna Lisa da parte di Vincenzo Peruggia è più un atto politico che criminale. Dopo essere stato arrestato, infatti, Vincenzo Peruggia viene celebrato come un eroe in Italia e come un criminale da quattro soldi in Francia. Qual è il tuo rapporto con il protagonista e da che parte ti schieri?
Non mi schiero perché sono un narratore, in questo caso più che in altri super partes. Peruggia commise un reato, in maniera anche un po’ rocambolesca, e questo è un dato di fatto. Sul perché lo abbia fatto, proviamo a ipotizzarlo con questo libro. Lascio ai lettori decidere per chi schierarsi… anche se dopo 110 anni io lascerei perdere le tifoserie!
- Nonostante le piccole dimensioni, la Monna Lisa è un quadro leggendario e circondato da sempre da miti, leggende e rivalità. Dall’enigmatico sorriso a questa paternità divisa tra Francia e Italia. Perché, secondo te, tra tutti i quadri di Leonardo, questo dipinto è diventato così emblematico? C’entra qualcosa Peruggia?
Sì, proprio così, grazie a questa vicenda la Gioconda finì sui giornali di tutto il mondo guadagnandosi ancora più mistero. È una delle conseguenze di cui trattiamo nel volume.
- Per amore di Monna Lisa mescola continuamente il piano della realtà con quello della finzione. Che ruolo svolge per te l’immaginazione e quanto è importante nella tua creazione artistica?
Venendo da una formazione giornalistica, quando scrivo cerco di lasciare poco spazio all’immaginazione e anche in storie come questa, pur prendendomi delle libertà, cerco sempre di riportare tutto alla realtà. Ci sono dettagli che noteranno in pochi (ad esempio, indirizzo, dialoghi sui trascorsi dei personaggi etc) ma che per me ancorano il tutto al contesto. Poi sono un grande appassionato di fumetti e di super eroi in particolare (e ci lavoro pure) ma per me le storie migliori sono quelle che in un modo o nell’altro ci aiutano a capire la nostra realtà.
- 7. A livello grafico il fumetto è ricco di riferimenti al Liberty e all’Art Decò, che erano le correnti artistiche prevalenti ai primi del ‘900 a cui però nessuno dei protagonisti sembra essere interessato, tutti presi dall’arte classica e dalla Monna Lisa, come mai avete deciso di impostare i disegni in questo modo?
Risponderebbe meglio, ma credo sia stato naturale perché automaticamente connotava il contesto storico. I protagonisti non ne sono toccati più di tanto perché per loro quello è il “contemporaneo” e vivono immersi nei classici che riempiono il Louvre. Eppure, quando un gendarme si trova davanti a un’opera di Picasso, nel libro, la chiama “schifezza”… perché a volta ci vuole del tempo per interpretare un’opera, anche se figlia della sua epoca.
- 8. Anche l’ultima domanda della nostra intervista doppia è ormai di rito. Hai altri progetti in cantiere? Lavorerai ancora con Lelio?
Stiamo lavorando da tempo a un progetto molto ambizioso ma che sta avendo una lunga fase di preparazione. Prima o poi arriverà, così come prima o poi torneremo a lavorare a dei reportage a fumetti con Feltrinelli.
2 marzo 2023 at 17:45
Adoro Rizzo e le sue opere, recupero senz’altro
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