Sapete già e di certo non possiamo nascondere il nostro amore per John Griffith Chaney London e così abbiamo iniziato questo periodo che sa un po’ di apocalisse, leggendo una sua raccolta di racconti: Le mille e una morte. Mai periodo fu più azzeccato, per leggere questi racconti tutti legati da situazioni di estremo pericolo, lotta alla sopravvivenza e alla fine… beh la fine. È un mix di quel programma, “Mille modi per morire”, la straordinaria scrittura di London ed Il giro del mondo in 80 giorni.

I racconti contenuti in questa raccolta sono: Le mille e una morte, Batard, Allestire un fuoco, Perdifaccia, L’eternità delle forme, Guerra, Il Dio Rosso. Estremamente presente nella raccolta è l’elemento naturale, quasi come protagonista, che prende il sopravvento sull’uomo, che lo accoppa e non lascia scampo alla sua hybris. La natura in questi racconti è come il trickster dei racconti mitologici, irrompe nella scena, sconvolge le carte in tavola, crea scompiglio, dramma. In particolare questo si vede in Allestire un fuoco dove sembra esserci quasi una lotta tra l’uomo che caparbiamente, punta tutto sulle sue forze e crede di poter riuscire dove altri hanno fallito, senza mettere in conto quanto la natura possa essere spietata, specie a – 60°, ma anche ne Il Dio Rosso, uno dei racconti che ci è maggiormente piaciuto. Si tratta di un racconto esotico, che ci porta dai precedenti posti freddissimi, gli scenari del Klondike, tanto amati da London o della Siberia, nel Guadalcanal, nelle Isole Salomone, dove il protagonista, uno scienziato inglese sarà messo a dura prova da un immaginifico e meraviglioso oggetto o forse sarebbe più giusto chiamarlo essere vivente, venerato dalle popolazioni del luogo. Anche qui la natura è enorme, rispetto all’uomo, che stupisce, sorprende e alla fine: annienta.

Altro tema carissimo a London è l’indagine del mondo animale che viene principalmente svolta nel secondo racconto: Batard, dove un cane lupo è alle prese con il suo terribile padrone con cui farà, nel corso della sua vita una lotta all’ultimo sangue, prolungata e lenta nel tempo, con varie battaglie intermedie in cui emerge la brutalità tanto dell’uomo quanto dell’animale, un racconto che mette in scena le pulsioni umane primordiali che si livellano a quelle animali; una presenza canina c’è anche in Allestire un fuoco, ma è molto più morbida ed accogliente, rispetto a quella di Batard.

Il racconto che più di tutti ci ha però appassionati è il primo, sarà che Le mille e una morte ci sembra un titolo d’effetto, fortemente d’impatto e ci ha subito conquistati o forse sarà che la storia ci ha ricordato un po’ uno dei nostri libri preferiti: Frankeinstein di Mary Shelley. Il racconto sembra attingere qualcosa dalla vita di London, narra infatti di un giovane uomo che ripudiato dalla famiglia diventa marinaio e poi, si ricongiunge al padre in modo del tutto inaspettato. Lo stesso London, nella sua pienissima vita ha fatto il marinaio, ma soprattutto anche lui era un figlio non riconosciuto di un padre che lui ha ipotizzato essere Wiliam Henry Chaney, professore di astrologia e scienziato, come quello del racconto. Ma che c’entra questo con Frankeinstein, beh la storia si svolge in un laboratorio scientifico su una nave, in cui il padre fa e disfa la vita del figlio a piacimento, fa esperimenti su di lui, gli inietta veleni, insomma dispone della sua vita in modo totalizzante, perché come dice lui stesso: “avendomi dato la vita, chi più di lui aveva diritto a togliermela?” Insomma qui è la scienza a prendere sopravvento sull’uomo e sulla sua umanità, ma c’è un altro elemento che in questo racconto è molto presente, come lo è anche in altri: l’acqua. Fonte primaria di vita, riesce ad essere un’arma spietatissima, può ucciderti ghiacciandoti, può mutare stato e spegnere il fuoco che avevi acceso, può inghiottirti come aveva fatto con Martin Eden.

Ancora una volta la penna di London ci regala dei personaggi feroci ed indimenticabili, siano essi umani, animali o di dubbia natura, ancora una volta riesce a mettere in scena delle situazioni sconvolgenti e nuove, anche se si tratta di materiale pubblicato per la prima volta tra 1899 e il 1918, insomma, noi ne siamo sempre più innamorati e stiamo scegliendo il prossimo titolo, se voi non sapete da dove iniziare, vi segnaliamo un altro articolo (qui) dove parliamo di alcuni romanzi di London, così dovete solo scegliere.