“Con i termini Generazione Y, Millennial Generation, Generation Next o Net Generation si indica la generazione che, nel mondo occidentale o primo mondo, ha seguito la Generazione X. Coloro che vi fanno parte – detti Millennial o Echo Boomer – sono nati fra i primi anni Ottanta e Il 2000.”
Tutti i nati tra gli anni ’80 e il 2000 sono inseriti in un unico insieme, sono, anzi siamo tantissimi e dividiamo giorno dopo giorno la stessa sorte. Questo grande e complesso agglomerato può essere raccontato efficacemente da un cartone animato in sole 10 puntate?
SPOILER: SÌ.
Aggretsuko o Aggressive Retsuko è una serie animata, ultimamente approdata su Netflix. La protagonista è Retsuko ideata da “Yeti“ per la Sanrio (conosciuta principalmente per l’iconica Hello Kitty). Retsuko è una panda rossa di 25 anni, che lavora in un ufficio contabile e che in 15 minuti, per 10 episodi ci racconta il suo mondo, che è un po’ anche il nostro.
Dietro una grafica tenera e graziosi personaggi animali, si raccontano i sogni della generazione Y, sogni che vengono puntualmente infranti, dopo duri scontri con la realtà. Il lavoro in ufficio che sembrava la soluzione a tutti i problemi diventa una trappola mortale: colleghi pessimi, soprusi, clima soffocante e opprimente. Si potrebbe cambiare lavoro allora, mettersi in proprio, gestire tutto dalla A alla Z, senza padroni, ma quanto è alto il rischio di perdere tutto?
Sono questi alcuni dei problemi che Retsuko affronta quotidianamente, problemi che forse ci sembrano familiari.
La scelta degli autori di parlare orizzontalmente di una intera generazione in un modo apparentemente carino e coccoloso, si scontra con le tematiche attuali e in alcuni casi anche pesanti che la serie affronta. Ho particolarmente apprezzato anche il fatto di scegliere come protagonisti degli animali. Animali diversissimi tra loro: panda, gatti, ippopotami, gorilla, maiali, elefanti che vivono e si muovono nello stesso contesto appianando completamente ogni tipo di differenza, almeno quelle di specie. In realtà con ironia e leggerezza, il cartone calca la mano sulla differenza di genere. La povera Retsuko in vari momenti viene osteggiata e umiliata dal capoufficio (che non a caso è rappresentato da un maiale, animale che da Orwell ai Pink Floyd è caratterizzato negativamente) in quanto femmina. La cara Retsuko sembra inizialmente accettare tutto di buon grado, è solo un piccolo elemento dell’azienda, una nullità, come può ribellarsi senza perdere il lavoro?
I colori pop e pastello di tutta la scenografia iniziano a cambiare, uno sfondo dai toni caldissimi e carichi si proietterà sul vostro schermo, al centro una sola parola: RABBIA. La piccola, docile, adorabile Restuko ha gli occhi iniettati di sangue, si agita in uno scenario fiammeggiante, gridando, quasi ululando e scaricando tutta la tensione, tutto il rancore in una sala di karaoke. Il rifugio/scappatoia dalle pesanti giornate di angherie, routine e profonda insoddisfazione è l’heavy metal. Con una voce cavernosa e profondissima, Retsuko si sfoga, reagendo e scaricando tutto in una piccola stanza chiusa, dove nessuno può vederla.
Serie assolutamente consigliata, che con velocità e pur non avendo una trama originalissima riesce ad arrivare al punto e a fare una narrazione diretta e scanzonata della nostra amara condizione. L’originalità è tutta data dal contesto e dalla grafica che fa un po’ a pugni con la drammaticità di quello che viene raccontato, ma attira anche per questo. Le avventure della pora Retsuko non sono finite, è stata infatti da pochissimo annunciata anche una seconda stagione.
17 agosto 2018 at 19:40
Ho apprezzato molto anche io questa serie tv principlamente perchè mi ci sono rivista!
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21 agosto 2018 at 16:47
Io anche, ogni poco dicevo “Oddio ma questa sono io!”
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1 settembre 2018 at 19:19
Serie fantastica
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2 settembre 2018 at 10:45
Sii assolutamente, l’ho amata!
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