Essendo esseri viventi, anche gli alberi hanno il loro bel caratterino. Ce ne sono di lavoratori, di vanitosi, di antipatici, ma forse noi siamo troppo impegnati per accorgercene ed allora in nostro aiuto arrivano Elisa Bresciani ricercatrice e fotografa, e Filippo Ferrantini che si occupa di analisi ambientale, pianificazione sostenibile e valorizzazione del territorio con Non siamo che alberi. Saggio alla scoperta del bosco degli uomini.

alberiQuesto libro è un saggio, perché è un libro con le note, ma oltre questa caratteristica è molto difficile definirlo così. Non si potrebbe neanche parlare di non fiction, perché di fiction ne abbiamo e come! Il linguaggio poi, particolarmente costruito, un po’ cantilenante e infantile (assomiglia a una filastrocca, è semplice, ma incisivo) rende la classificazione di questo testo molto complicata.

Come fa un saggio ad essere anche fiction? In questo caso, spiegando tutte le caratteristiche di particolari tipologie di albero, rendendo però questi ultimi dei personaggi di una trama. Attraverso le famose note, il lettore conosce la specie, areale di distribuzione, origini e tutto ciò che c’è di scientifico sugli alberi presi in esame, mentre il suo primo approccio sarà con una descrizione dell’albero come essere vivente. L’albero respira, parla, cresce e allora deve farsi spazio tra i suoi compagni per emergere, deve adattarsi a luoghi e a temperature, insomma deve mostrare il suo carattere. E allora c’è il pioppo che ti fa venire voglia di ridere, allegro e accogliente, la farnia nobile e vanitosa, l’olmo bello, elegante, ma che purtroppo è soverchiato dalla macchia, quest’ultima poi nel suo disordinato divenire, non va giù a nessuno.

Approcciandoci a questo libro pensavamo che si parlasse di uomini, del nostro legame con gli alberi, invece no. L’uomo qui dentro non esiste, ci sono solo gli alberi, personificati in una specie di campionario di vizi e virtù in cui però possiamo immedesimarci. Attraverso le caratteristiche presentate nei protagonisti di questo testo, ogni lettore può trovare il suo corrispondente, come in un qualsiasi romanzo. Questo in particolare lo definiremmo un romanzo di formazione, perché di ogni albero è tracciata l’evoluzione nel difficile mondo che è il bosco.

 

 

Noi personalmente ci siamo ritrovati nel salice. Piccolo e nodoso, che cerca di coprire i suoi inestetismi caricandosi di rami sinuosi e leggeri. Timido, impacciato, né carne né pesce, che però con caparbietà e determinatezza trova il suo spazio per emergere. Molto melisandreaffascinante è anche la storia della robinia, un albero bello, utile, ma che poi inizia a non controllarsi più e a diventare terribilmente invadente e decadente, albero che abbiamo associato a Melisandre di GOT.

La costruzione, il linguaggio del libro e anche il progetto iniziale fatto con delle scuole, lo rende un saggio adatto a tutti. È un libro famigliare, adatto a lettori non esperti in materia e anche a lettori più piccoli ovviamente alcuni tecnicismi e le note non lo rendono di immediata lettura, ma se ci si attiene alla prima parte, può essere molto molto piacevole anche per i piccoli appassionati della natura.


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