Leggere Mooned
è innanzitutto un’esperienza. A sfogliarlo potrebbe sembrare noioso perché le tavole sono tutte uguali: la pagina è suddivisa in 4 vignette, al centro c’è una luna, attaccato ad essa immobile, c’è un uomo. Siamo nel futuro e a parlare è Rico o Casio? Non l’abbiamo capito bene, c’è quest’uomo insomma, un cosmonauta che aspetta che il suo migliore amico lo salvi, davanti a sé ha l’infinito, dentro di sé e i suoi ricordi. Deve rimanere immobile perché la luna risente dei suoi movimenti, ma è un’immobilità solo fisica, la sua mente cavalca, inventa o forse ci sbagliamo ed è tutto vero quello che gli succede?
Lo sappiamo che non possiamo raccontarvi della nostra esperienza di lettura facendovi domande, ma non abbiamo chiara la situazione di Rico /Casio perché lui stesso non ha alcuna certezza, l’unica sicurezza è che è ancorato ad una luna. Pensa di essere solo ma in realtà non lo è, lo spazio è popolato da tanti personaggi ed alcuni di essi li conosciamo bene. C’è Astolfo per esempio, che in groppa al suo destriero cerca il senno di Orlando o la Donna Cannone, sisi quella della canzone di De Gregori, ci sono i familiari che vanno a trovalo, in alcuni momenti ci sono anche dei party, quando non c’è nessuno si consola ricordando delle playlist in cui ad esempio troviamo la grande hit Dragonstea Din Tei. Forse con queste premesse vi sembrerà di approcciarvi ad un fumetto umoristico, ma Mooned non lo è.
Il lettore si identifica con Rico/Casio che nonostante comici siparietti, è li ad aspettare che qualcuno lo salvi e nel frattempo riflette sul passato, sul futuro, sulla solitudine. È un’anima in pena che ha perso la lucidità, non sa neanche più chi è davvero e non sa neanche se quello che gli sta succedendo sia una portentosa visione; e se non lo sa il protagonista che ne possiamo sapere noi?
Mooned mette il lettore di fronte all’infinito, disseminando dubbi, non dando nulla di certo. Il protagonista pur stando immobile, anzi crocifisso, sacrificato su quella luna, compie il più grandioso dei viaggi: quello dentro se stesso, penserà alla morte e ad un certo punto quando sembra che non abbia più niente per cui lottare, si riprende, cerca di capire perché dovrebbe vivere ancora. I pensieri di Rico sono profondi, intensi, malinconici e mettono il lettore in condizione di doversi porre delle domande anche scomode, entrare nella mente di Rico non è facile, perchè implica una grande partecipazione emotiva e parecchia riflessione. In questo fumetto il lettore ha l’ansia di proseguire, di volare tra le pagine, perché ha bisogno di sapere se Rico verrà mai salvato, ma non può andare veloce, perché il ritmo di Mooned è lento ed impone al lettore delle soste per ricomporsi e riflettere, anche il lettore diventa immobile e ha bisogno di guardarsi un po’ dentro per immedesimarsi nel protagonista. È vero che le tavole stesse, molto simili impongono un ritmo lento, ma il lettore ha bisogno di fermarsi anche per guardare. Si stupirà di fronte alla bellezza di alcune tavole (tutti leggendolo rimarrete sbalorditi dal viaggio che Rico e il pappone compiranno nello spazio/tempo aggrappati alla luna) e deve anche reggere le pagine di metafumetto, che ricordano al lettore che Rico/Casio è “solo” un personaggio partorito dalla mente di Palloni, che potrebbe distruggerlo in ogni momento.
Ve l’abbiamo detto che leggere Mooned è un’esperienza e con il nostro piccolo racconto di lettura ve ne abbiamo svelato solo una piccolissima parte, quindi buon viaggio nell’infinito mondo di Rico/Casio amici.
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26 settembre 2017 at 14:58
Promette di essere un’opera davvero bella e valida. Per il fatto della solitudine mi ha ricordato un poco Sopravvissuto: The Martian, dove il protagonista non è immobile, ma soffre comunque di un’insormontabile isolamento e spesso si lascia andare sia a battute che a profonde riflessioni🤔✌️
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26 settembre 2017 at 15:00
Cercherò di recuperarlo allora! Grazie del commento ❤
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26 settembre 2017 at 15:04
Ti consiglio vivamente il libro, mentre il film non mi ha convinto molto 😉✌️
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14 ottobre 2017 at 11:38
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14 ottobre 2017 at 14:37
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2 gennaio 2018 at 18:52
Mi sono accorta solo adesso di questa recensione… E dire che appunto “Mooned” volevo prenderlo da tempo.
Ora sono indecisa, perché mi sembra anche angosciante…
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2 gennaio 2018 at 20:05
È vero che è angosciante, in fondo il tema portante è la solitudine, ma è veramente brillante! È un sì, assolutamente 💗
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24 gennaio 2018 at 3:18
Artigo peculiar, só que eu precisava .
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26 gennaio 2018 at 0:06
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