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"Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito. Perché la lettura è un'immortalità all'indietro."

Mese

agosto 2017

Angeli Minori, A. Volodine.

In un tempo che sembra passato, presente, futuro insieme si svolgono le vite descritte in Angeli minori di A. Volodine, autore francese contemporaneo, edito da L’Orma editore.

21175766_10210644643087815_1626989916_nUna serie di nomi collegati gli uni agli altri si susseguono labilmente, senza un ordine, né un motivo. Quando il lettore si avvicina alla scrittura confusa, surreale, ma anche profondamente lussuriosa e conturbante, viaggia. Non viaggia con la fantasia in modo “ordinario”, non gli si parano davanti incantevoli posti sconosciuti, tempi passati, il lettore viaggia in stato di trance in una fantasia sporca, disordinata e disorientante. Non sa mai dove si trova precisamente, tutti gli scenari emanano lo stesso sgradevole odore di putrefazione e di distruzione. Il lettore deve farsi strada in un ossimoro continuo tra la meravigliosa scrittura di Volodine e i ripugnanti scenari che descrive, popolati da vite spezzate in decadenza come quella di Babaia Schtern, vite a cui è facile affezionarsi. I personaggi di Volodine sono anime in pena che hanno milioni, miliardi di anni che migrano di corpo in corpo e davanti a loro vedono solo distruzione, rimanendo in uno stato di degenza, ma non smettendo mai di amare come Sophie e Sorghov (che Volodine racconta con pagine stupende) o di credere ad una giustizia, ad un miglioramento come le vecchie immortali, di credere nell’amicizia, nella vita stessa. In un simile ambiente sembrava impossibile ci fosse spazio per sentimenti positivi, ma l’autore colloca abilmente e all’improvviso pagine luminose di sentimenti puri che quasi stonano con il contorno.

Angeli minori non è un libro facile. Leggerlo una volta sola sarebbe riduttivo perché sfuggono i collegamenti tra i personaggi, ci si perde nella prosa favolosa di Volodine. Angeli Minori è un libro crudo e sognante, fumoso e disperato che deve essere digerito piano e con cura. È bello in un modo in cui non lo sono i libri moderni, è difficile vedere Volodine come un autore contemporaneo, visto il suo stile a tratti complicato ed i suoi personaggi che però si lasciano apprezzare e seducono il lettore con la loro disperata languidezza.


 

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Supersorda! Cece Bell.

Con questo volume inviatoci da Il Battello a Vapore che ringraziamo tantissimo, abbiamo scoperto la collana Vortici che travolge i lettori con le sue storie imprevedibili aprendo e formando nuove menti, visto che si tratta di una collana di libri per ragazzi dai 12 anni. Siamo molto, molto incuriositi da altri titoli come Una voce di piombo e oro di K. L. Going e Voce di lupo di Laura Bonalumi che contiamo di recuperare presto per poi raccontarveli approfonditamente.

Oggi però tocca a SuperSorda! di Cece Bell. La protagonista di questa graphic novel è Cece una coniglietta carina e simpatica, affetta da un grave problema: la sordità. Attraverso il suo personale racconto Cece Bell fa capire cosa passa nella mente di una bambina che si accorge di essere diversa e con toni chiari e limpidi, grazie a disegni teneri e a colori vivaci che rendono un tema così importante e doloroso una piacevole lettura anche per i più piccoli, offre un’arma per far sentire a proprio agio tutti.

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L’inadeguatezza della piccola Cece è forte, viene bullizzata o esibita per il suo essere diversa, viene automaticamente trattata diversamente perché gli altri si sentono in dovere di aiutare la “povera Cece” mettendola ancora più a disagio e facendole pesare la sua malattia. Quando l’autrice era bambina gli apparecchi acustici non avevano la stessa discrezione di oggi, erano molto visibili, scomodi: con quell’aggeggio tutti si sarebbero accorti del suo handicap. Inizialmente Cece ha problemi ad inserirsi, paragona la sua sordità ad una bolla impenetrabile, non sente bene e non si sente bene, ma man mano che Cece cresce riesce a convivere e a prendere atto della sua malattia, riesce ad accettarla, grazie anche alla presenza di un’amica che per la prima volta vede Cece non come una ragazzina sorda, ma come una ragazzina e basta. Quando Cece vede che la sua sordità può essere tralasciata dagli altri capisce che l’essere trattata diversamente è un bisogno per gli altri più che per sé stessa. Un’altro passo avanti Cece riesce a farlo grazie alla sua prima cotta: aprendosi capirà che può essere davvero super! Grazie al suo apparecchio ha sviluppato un superudito che gli altri non possono avere, diventa così una supereroina per i suoi amici.

My cat is the coolest! (1).pngLa storia di Cece riesce a far chiarezza su come comportarsi con chi ha non solo un handicap, ma con chiunque si senta a disagio o escluso. Sottolineare il disagio o trattare le persone con compassione non è mai la scelta giusta. Cece ha dimostrato di avere consapevolezza del suo problema da subito, non serve che anche altri le facciano notare di essere diversa, serve invece qualcuno che le faccia credere in se stessa, che non faccia differenze. La storia di Cece è una storia di conquista, Cece conquista la libertà di essere sé stessa: sorda in mezzo agli udenti, accettando la sua situazione, senza autocommiserarsi, ma sforzandosi di essere e sentirsi normale. Supersorda non parla solo di accettazione di una malattia, ma fa anche leva sull’importanza della famiglia e delle amicizie, di un clima sano e spensierato dove crescere e soprattutto c’insegna che tutti abbiamo qualcosa di super, dobbiamo solo credere in noi stessi.

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Mid Year Freak Out – Book Tag

Salve amici! Oggi con questo book tag, oltre a farvi conoscere le nostre letture di quest’anno, faremo anche un po’ il punto della situazione. Di libri ne abbiamo già letti molti, siamo sulla novantina, quindi c’è un bel po’ di materiale di cui parlare!
Seguiteci in questo tag e mi raccomando, fateci sapere anche le vostre risposte, siamo curiosissimi di sapere come stanno andando le vostre letture!

glianni1. MIGLIOR LIBRO CHE HAI LETTO PER ORA NEL 2017

Il miglior libro letto quest’anno… mh forse sono due quelli che più ci hanno colpito e sono Gli Anni di A. Ernaux e L’amica geniale di Elena Ferrante. Due libri molto diversi tra loro, ma anche simili perché raccontano una storia proiettata nella storia e perché a farlo sono due narratrici contemporanee straordinarie.

2. MIGLIOR SEQUEL CHE HAI LETTO FIN ORA NEL 2017

Non siamo soliti leggere saghe, ci piace più avvicinarci a “prodotti finiti”, ma abbiamo appena finito tutto il ciclo de L’amica geniale che ci ha travolti, emozionati. Seguire le vicende quotidiane, ma uniche di Lila e Lenù è diventato quasi un bisogno, ma purtroppo i libri sono finiti e prestissimo ve ne parleremo!

3. NUOVA USCITA CHE NON HAI LETTO MA CHE VUOI LEGGERE
Il serpente dell’Essex di S. Perry è uscito da poco, ma sta facendo molto parlare di sé. Noi sappiamo che si tratta di un romanzo storico e che i lettori si sono divisi tra chi l’ha amato e chi invece l’ha trovato troppo noioso e lento, noi vi faremo sapere appena riusciamo a leggerlo!

4. NUOVA USCITA CHE ASPETTI CON TREPIDAZIONE PER LA SECONDA METÀ DELL’ANNO

Aspettiamo vari fumetti che usciranno per Bao come La giusta mezura di Flavia Biondi, Non stancarti di andare di Radice e Turconi e vorremmo anche recuperare subito La saga di Ragnar edita da Iperborea.

5. PEGGIOR LIBRO LETTO NEL 2017

Non c’è un libro peggiore in realtà. Abbiamo letto bellissimi romanzi e fumetti, ma ce n’è uno che abbiamo sentito meno nostro: Tabù di G. Teodoldi. Forse è più rivolto ad un pubblico adulto, maturo. La trama è intricata, complessa, anche avvincente ma non siamo riusciti ad empatizzare con nessun personaggio.

dedica6. MIGLIOR SORPRESA

Il papà di Dio lo abbiamo vinto alla caccia ai tesori della Bao e non avevamo alcuna aspettativa su questo fumetto, invece… si è rivelato non solo essere divertente, spassoso, ma anche intelligente, geniale!

7. NUOVO AUTORE PREFERITO, NUOVO PER TE O CHE HA APPENA DEBUTTATO

Quest’anno è stato l’anno di Giovanni Masi, avevamo già letto Harpun di suo, ma quest’anno ha sfornato una bellissima storia su Dylan Dog Color Fest “Lo scuotibare”, per non parlare della sceneggiatura di Frantumi, adesso non vediamo l’ora di leggere i suoi prossimi fumetti e soprattutto di recuperare i suoi lavori sui riadattamenti dei classici editi a fumetti da Star Comics nella collana “Roberto Recchioni presenta i maestri…” (di cui vi avevamo parlato anche qui) in particolare sua è la sceneggiatura di: Alle Montagne della Follia e di Cuore di tenebra.

8. NUOVA CRUSH LETTERARIA

È difficile che abbia una crush letteraria, generalmente mi capita più spesso con i personaggi dei fumetti, forse perché sono immediatamente visibili. La mia crush assoluta è sempre e solo Corto Maltese, la nuova invece è Harlan Draka il Dampyr di casa Bonelli. Bellissimo, intelligente, forte, spiritoso ammazavampiri.

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9. NUOVO PERSONAGGIO PREFERITO

Rimaniamo in casa Bonelli perché mi sta colpendo molto Sam, protagonista dell’ultima stagione di Orfani. Per ora siamo al quinto numero e lei mi sta piacendo tantissimo, una macchina da guerra con un senso di maternità ed una grande fragilità. Aspettiamo con ansia il seguito.

10. UN LIBRO CHE TI HA FATTO PIANGERE

Niente, nessuno, mi ha fatto versare così tante lacrime come Blankets.

11. MIGLIOR FILM TRATTO DA UN LIBRO VISTO QUEST’ANNO

Animali Notturni: vuoi perchè c’era Arron Tyler Johnons a fare lo stronzo, vuoi perchè la storia è meravigliosa. Ho trovato questo film di una raffinatezza ed un’eleganza senza pari, nonostante la storia sia di un’ansia e in alcuni punti di uno squallore incredibile.

12. LA RECENSIONE CHE HAI SCRITTO CHE PREFERISCI

Non c’è una recensione che mi piace più di altre, ci metto lo stesso grado d’impegno in tutte, sicuramente però è molto più divertente fare le recensioni con le pagelle dell’avvocato: torneranno presto!

13. IL LIBRO PIÙ BELLO CHE HAI COMPRATO O CHE TI HANNO REGALATO QUEST’ANNO

Quest’anno non mi hanno regalato nessun libro, ma ho comprato La scienza della fantasia di Codice Edizioni che ancora devo leggere, ma che è un oggetto meraviglioso!

14. QUALI LIBRI DEVI LEGGERE DI SICURO ENTRO LA FINE DELL’ANNO

Tantissimi, per non lasciarvi senza articoli almeno una trentina, ma la lista è lunga: Il corpo che vuoi, Martin Eden, La stanza di Thérèse, Mooned. Ma tanto questa lista la scoprirete mano mano che leggete il blog eh!

 

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Il Dottor Glas, H. Soderberg

Il racconto del dottor Glas di Soderberg edito da Lindau ha la capacità di trasportare il lettore lontano. Scritto nel 1905 riesce a far sì che il lettore si trovi in un’altra epoca grazie allo stile prezioso ed articolato, ma assolutamente non pesante o eccessivamente antiquato.

Siamo a Stoccolma e più che farci vedere i luoghi, l’autore ci mostra dei caratteri. Le descrizioni dei personaggi che appaiono in questo libro sono vivide, esatte ed è facile empatizzare.

L’autore scrive questo racconto sotto forma di diario in cui Tyko Gabriel Glas è alle prese con una particolare richiesta: una donna chiede di aiutarla perché subisce abusi dal marito, che è fra l’altro il prete della città. Vogliamo ricordarvi che l’opera è del 1905, ma Sodeberg nascosto dietro le parole del Dott. Glas, è di una modernità sconcertante.

wp_20170717_15_13_50_pro.jpgLe pagine sullo stupro, sul rispetto della donna e della sua volontà farebbero impallidire alcuni ignoranti maschilisti di oggi, figurarsi come pagine di così grande avanguardia fossero giudicate a quel tempo, quando la donna era solamente vista come una proprietà e gli abusi e le violenze familiari erano all’ordine del giorno. Ovviamente l’autore fu aspramente criticato per questo libro che non solo ci offre pagine di sconcertante attualità sulle violenze all’interno della vita matrimoniale, ma tocca altri temi delicati e pericolosi come il tradimento, l’omicidio, con accenni anche all’aborto.

È molto difficile parlare di questo libro senza sviscerare la trama, quindi se volete leggerlo senza sapere nient’altro è ora di interrompere la lettura, se invece non temete rivelazioni continuate.

Glas essendo medico si trova a dover fronteggiare varie richieste: una signora gli chiede di aiutarla ad abortire, ma non accetta, mentre non riesce a rimanere indifferente alla richiesta della signora Gregorius, seguono così pagine sul comportamento migliore da tenere nel caso si sa o si assiste ad una violenza con una brevissima disamina anche sulle leggi svedesi. Ciò che ne risulta è un quadro drammatico per le donne vittime di abusi visto che possono essere difese solo dal marito o da familiari stretti, ma quando sono proprio padri, fratelli, mariti a commettere tali atti come comportarsi?

Glas prova in tutti i modi di allontanare l’uomo dalla moglie, ma quando la signora Gregorius lo informa di una nuova violenza Glas passa al peggio per poter tener fede alla promessa fatta. È da questo momento che il diario cambia registro, se fino a qui avevamo conosciuto un malinconico e solitario giovane professionista che riportava solamente gli incontri avvenuti allo studio o discorsi, ora abbiamo tra le mani gli scritti di uno stratega che con abilità organizza il necessario per eliminare il nemico, ma in un piano così prodigioso si nascondono tutte le fragilità di Tyko che irrompono dopo l’uccisione di Gregorius. Il terrore di essere scoperto si trasforma quasi nel bisogno di essere scoperto, nel bisogno di rivelare a qualcuno la portata delle sue azioni. La scrittura di Sodeberg si fa qui veloce e nervosa, mostrando al lettore l’enorme peso dell’omicidio che Glas non riesce a sostenere.

Il benessere della signora Gregorius valeva davvero la vita di suo marito?


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Intervista a Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari, L’Orma editore.

In un comodo ed amenissimo luogo fuori dal Salone del Libro di Torino, l’ultimo giorno di fiera, abbiamo incontrato Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari editori de L’Orma per fargli qualche domanda sulla loro casa editrice. Il caldo mese di agosto per l’Indie BBB Cafè sarà infatti tutto dedicato alle loro pubblicazioni che hanno portato in Italia alcuni dei capolavori della letteratura europea, molto spesso trascurata.

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1. Com’è nata la casa editrice L’Orma e qual è il significato del logo?

C’è una doppia motivazione che si nasconde dietro la nascita della casa editrice L’Orma: una di tipo privato, visto che tra noi c’è un grande rapporto di amicizia e da sempre un dialogo intellettuale che ingrandendosi ci ha portato a scommettere in qualcosa di più, a coinvolgere altri per renderlo “utile”; ed uno di tipo pubblico: in Italia c’è una sete di bellezza e di qualità, c’è bisogno di portare concetti culturali complessi cosa che stiamo cercando di fare attraverso la nostra collaborazione, essendo oltre che editori, traduttori e studiosi.

Per quanto riguarda il logo, lo abbiamo ripreso da Humbert de Superville, teorico del disegno illuminista olandese che ha pubblicato in francese nel 1835, nelle sue tavole ci sono gli occhi che abbiamo scelto come logo perché sono il simbolo dell’esperienza culturale, della ricerca, i logo nei nostri libri è messo sopra perché sotto di essi si svolge la letteratura.

2. Il vostro motto è “Tradurre in Italia ciò che si muove in Europa” come fate ad intercettare ciò che si muove in Europa?

Innanzitutto c’è da dire che abbiamo avuto esperienze di vita e di studio all’estero e proprio da queste siamo poi ritornati in Italia con l’intento di trovare uno spazio per un nuovo tipo di letteratura. L’intercettazione avviene tramite la nostra conoscenza, semplicemente leggendo i libri tedeschi e francesi, scoprendo che non sono stati ancora tradotti come è avvenuto con I giorni e gli anni di Uwe Johnson dopo un accordo con la casa editrice tedesca siamo riusciti a portare l’opera in Italia. Per esempio la Ernaux non era mai stata pubblicata in Italia ed ha rappresentato un grande spazio d’azione per L’Orma.

Oltre alle nostre personali conoscenze/letture ci affidiamo ad un bacino di conoscenze e contatti di persone che vivono di libri, un canale privilegiato attraverso cui sappiamo cosa vale la pena leggere. La scelta del libro da pubblicare comunque passa attraverso vari gradi di separazione, dopo le segnalazioni private o da proposte fatte da agenti, i libri sono vagliati dal nostro “mostro bicefalo”, bisogna capire se il libro proposto è nelle corde della casa editrice, valutandone il linguaggio, la storia, la trama, poi si passa agli accordi con le case editrici estere ed in ultimo si pubblica.

3. La letteratura francese e tedesca rispetto a quella americana ad esempio, non è molto diffusa in Italia, perché? Quali sono le differenze?

Il pubblico ha sulle letterature francesi e tedesche dei pregiudizi: la letteratura tedesca è vista come molto pensosa, come se tutti gli autori si basassero su Hegel e Nietzsche che sono alla base della complessità del pensiero mondiale e di riflesso si pensa alla letteratura tedesca come a qualcosa di difficile da leggere.

Per quanto riguarda invece la letteratura francese c’è il pregiudizio di una troppa intimità, di una narrazione esclusivamente introspettiva a questo proposito proprio la Ernaux smonta questo pregiudizio attraverso una scrittura universale, intrisa di cultura nazionale.

I lettori di letteratura americana sono molto attenti alla trama e credono che nelle altre letterature quest’attenzione alla storia vera e propria, ad una narrazione accattivante e prepotente non ci sia per far spazio a libri che si concentrano di più sulla lingua e sulla complessità dello stile. In realtà anche per quanto riguarda la letteratura americana ci sono falsi miti, perché a parte alcuni autori di narrativa di consumo come Follett o Smith che sono attenti a dare al lettore una storia concentrata sulla narrazione dei fatti, dietro la trama si nascondono nelle opere americane una grandissima complessità a livello strutturale, l’America racchiude il patrimonio del pensiero mondiale del ‘900 e questo è palese anche nelle opere letterarie.

4. Com’è nata invece l’idea dei Pacchetti che raccolgono le lettere dei grandi autori europei?

I-Pacchetti.pngVisto che si è perso il gesto di spedire con questo metodo abbiamo cercato di rivitalizzarlo. Si tratta di libri spedibili con le sovraccoperte a busta pronti per le spedizioni, attraverso cui si possono inviare le lettere di alcune delle icone del pensiero letterario. Abbiamo scomodato autori molto noti per stravolgerli: è una sorta di collana iconoclasta che cioè sconvolge le sacre verità legate a grandissimi autori che i lettori pensano di conoscere, abbiamo cercato di dare dei ritratti di autori noti molto distante dalla realtà di cui fanno parte, mostrando caratteristiche e lati che non sono approfonditi. Ad esempio il pacchetto su Leopardi non lo ritrae nel suo solito pessimismo, ma anzi raccoglie lettere sulla ricerca della felicità, che dimostrano il suo ardente desiderio di vita, la sua altissima ambizione esistenziale facendo così in modo che l’immagine stereotipata di una delle figure cruciali della modernità italiana venga strappata, mostrando anche come la letteratura e gli autori siano in realtà molto più complessi di quello che si crede.

Sgretolare stereotipi e pregiudizi attraverso la letteratura è la missione di una casa editrice davvero intellettuale, deve andare oltre la superficie, scavare e riuscire attraverso le proprie opere ad unificare ed a intercettare e unire persone e pensieri diversi per scavalcare l’ignoranza, il razzismo: l’intellettuale non può essere razzista perché vede, conosce ed accetta la complessità e le differenze.

5. L’Orma ha anche una collana di testi in italiano, cercate continuità tra questi e i testi in francese e tedesco o no? Quali sono le caratteristiche dei vostri autori italiani?

La collana Fuoriformato è l’unica cogestita con Andrea Cortellessa, è un lascito ospitata in una nuova forma ne L’Orma. Questa collana porta avanti un discorso sul ‘900, cercando di fare un recupero archeologico sui testi delle avanguardie e neo avanguardie e intercettando i testi contemporanei che si mettono in relazione con le collane che intersecano letteratura ed altre arti: testi iconotestuali dove testo ed immagini sono compresenti in un dialogo continuo. In questa collana ci sono classici come Manganelli, Pomilio…

6. La grafica è minimal ma di grande impatto, che evoca grande eleganza e raffinatezza, da cosa è dettata questa scelta?

Il linguaggio grafico è fondamentale e si concretizza in una ricerca di eleganza attraverso una serie di dettagli precisi che nel loro complesso restituiscono una chiara visione estetica: ci sono 4 sfumature di colore di partenza, l’incipit è contenuto nelle bande, l’apertura del testo gioca sulla membrana porosa della copertina: non è già il libro, ma è l’oggetto, il libro nella sua oggettività. L’immagine tra la prima e la quarta di copertina è collegata, ma la si vede solo attraversando la lettura del libro. La grafica è curata da Antonio Almeida che è parte integrante della casa editrice e gira intorno all’elaborazione culturale a tutto tondo de L’Orma, affidare la grafica ad esterni sarebbe snaturante per tutto il progetto editoriale.

7. Quali sono le prossime uscite de L’Orma?

Tra le prossime uscite c’è La riva delle Sirti di Gracq capolavoro al centro del canone letterario francese dell’800 che incredibilmente non è penetrato in Italia prima dell’inizio degli anni ’50.

Avremo poi un’altra figura femminile innamorabile come Gilgi, che è Doris protagonista de Le ragazze di seta artificiale di Keun, avremo poi La demenza del pugile, altro libro di François Weyergans poi La chiara Fontana di Bosc scritto breve, ma chiaro esempio di cosa vuol dire scrivere bene e tanto altro ancora.

8. Il vostro titolo preferito de L’Orma e in generale.

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Il preferito de L’Orma è sicuramente Gli Anni di Annie Ernaux che ha avuto in Italia il riconoscimento che merita e sicuramente Condominio Oltremare di Giorgio Falco, che invece attende ancora di essere riconosciuto come il libro straordinario che è. In generale il libro preferito di Marco Federici Solari è Il castello di Kafka in cui riesce a dare la descrizione dell’uomo ed è una lettura imprescindibile, mentre quello di Lorenzo Flabbi è The Waste Land di T. S. Elliot è una poesia, è prosa, è un libro in cui è riconoscibile l’importanza del tono e del ritmo.

 

Ringraziamo ancora gli editori per essere stati così disponibili e vi invitiamo a seguire la pagina dell’Indie BBB Cafè in cui vi parleremo per tutto il mese di agosto delle pubblicazioni de L’Orma!

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Happy Hour, Mary Miller.

Le edizioni Black Coffee sono bellissime: formati compatti, disegni minimal e colori sgargianti che fanno pensare a storie fresche, vivaci e che ben nascondono lo sfacelo narrato al loro interno.

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In Happy Hour libro dalla splendida copertina rosa fluo, è narrato lo sfacelo di 16 donne, scritto da Mary Miller che anche nel suo Last days of California è attenta a riportarci la visione di personaggi femminili. Ogni donna vorrebbe leggere di donne forti, soddisfatte, che non si fanno mettere i piedi in testa, donne che lottano con le unghie e con i denti per ottenere ciò che vogliono. Dimenticatele queste donne se volete approcciarvi ad Happy Hour, dimenticate l’esaltazione del genere femminile, la forza del nostro sesso.

Qui le donne sono tutte ugualmente alla deriva, le loro vite sono scialbe, grigie ad ogni pagina si respira insoddisfazione. Le donne di Happy Hour sono quasi tutte senza nome, così è più facile per il lettore appropriarsi di quelle vite dannate, entrarci con tutte le scarpe. Nelle vite di queste donne c’è sempre un uomo, di quelli che non dimostrano mai affetto, ma soprattutto che non sanno cosa sia il rispetto; si descrivono coppie mal assortite dove lui è il macho senza cuore e lei la vittima impotente. Queste donne non possono trovare pace neanche nelle altre relazioni, nelle amicizie, sono sole perché vogliono esserlo e la loro vita tocca il fondo perché sono inerti. Le donne di Happy Hour sono terribilmente accidiose: sanno che la loro vita fa schifo, vedono che intorno a loro tutto va a rotoli ma non si muovono.

Sono 16 quadri malmessi, graffiati e senza cornice. Potrebbero essere 16 persone diverse, 16 esperienze separate oppure potrebbe essere una sola grande vita di esperienze pessime, una vita senza via d’uscita. Non c’è un racconto meglio dell’altro perché nessuna delle donne descritte potrebbe dire ad un’altra: “Ah! A me non è andata così male!”, no sono una peggio dell’altra, risucchiate in un vortice di dolore, noia, angoscia e innaffiate di alcool.

Quindi ecco, lo confessiamo, a noi non è piaciuto. Il linguaggio della Miller è diretto e cristallino. I personaggi sono ben caratterizzati, con loro ti arrabbi davvero, vorresti tirarle una ad una fuori dal libro e fare a tutte una bella faccia di schiaffi; quindi c’è il pathos, è scritto bene, ma quale ragazza vorrebbe leggere di donne che si umiliano per amore, di donne che non vogliono uscire da una situazione di stallo perché in fondo c’è una briciolina da salvare, di donne che si rifugiano nel fumo, nell’alcool o in un libro (sì le donne della Miller sono almeno lettrici) insomma forza ditelo: chi vorrebbe vedere la propria debolezza alla mercé di tutti? Allora perché leggerlo? Per essere coraggiose, perché prima di affrontare lo sfacelo delle vite create da Mary Miller dobbiamo affrontare il nostro.

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