Noi abbiamo un problema: non sappiamo davvero da dove cominciare. Questo fumetto ci ha sconvolti. Paperi (edito da Shockdom) di Marco e Giulio Rincione è un capovolgimento delle felici e spensierate storie dei paperi disneyani è un capovolgimento disturbante, che ti spacca lo stomaco, ti lacera.

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È crudele. Dalla prima parola il lettore viene preso a schiaffi e messo di fronte alle sofferenze, alle manie, ai problemi. I paperi li conosciamo già, grosso modo, cambiano nome ma sono estremamente riconoscibili, dunque Ciccio diventa PaperFranco, Paperoga PaperUgo, Paperino Paperpaolo e Zio Paperone è One$. A parte il richiamo ai felici e divertenti paperi della Disney non c’è niente.

Qui abbiamo personaggi distrutti, tormentati, schiavi delle loro manie, depressi, in un mondo che per loro non ha nulla. Tutto è controllato dai topi: esseri arroganti, prepotenti, perfidi, viscidi e bramosi di potere che hanno conquistato il mondo calpestando una loro parte, i paperi appunto. Questi ultimi sono infatti costretti a muoversi come marionette, controllati, in spettacoli ridicoli orchestrati dai topi. I paperi sono tutti attori, mettendo in scena i loro corpi diversi e la loro inferiorità assicurano il divertimento ai topi.

I paperi diventano l’ultima ruota del carro e una volta allontanatisi dal set devono far fronte alle loro vite: insulse, inutili, terribilmente brutte che li spingono ad allontanarsi dalla tremenda esistenza, a ripararsi nei vizi. Ecco che c’è allora chi non trovando più la giusta motivazione per cambiare, spinto da una madre protettiva fino all’eccesso ha fatto della sua poltrona la sua casa diventando un tutt’uno con essa senza più cercare di essere indipendente e dando solo retta alla pancia; c’è chi pur essendo consapevole della sua condizione, pur avendo dentro una rabbia immensa non riesce a far altro che cercare di darsi piacere: in una vita tremenda quel momento brevissimo di eccitazione diventa necessario, diventa dipendenza. C’è anche chi per cercare di sfuggire a questa vita di sottomissione tradisce la sua gente, per cercare di elevarsi capendo però troppo tardi che la vera libertà non l’ha mai assaporata. E poi c’è lui: PaperUgo il nostro preferito, il più sensibile, il più delicato, colui che si prende le colpe di tutto quello che succede. Calpestato dal sistema, dal padre, dal fratello, incapace di reagire, con l’unica volontà di eliminarsi per far sì che gli altri non debbano sopportare la sua bruttezza.

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Le storie di questi paperi sono intrecciate tra loro, ognuno cerca di sopravvivere. La vita li ha resi nullità, li ha uccisi prima ancora che potessero vivere davvero. La crudeltà di queste brevi storie si fa spazio nella nostra quotidianità e ci lacera attraverso disegni cupi, crudeli come le storie, paesaggi piovosi, case malandate, c’è una corrispondenza perfetta tra la storia e il disegno. Paperi è una delle nostre letture più significative, se non leggete questo fumetto fate solo un torto a voi stessi.


 

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