Salve. Sabato sera in solitudine, io, la tisana, il computer, l’ansia pre-esame, una lista di film da guardare. Per questa sera ho scelto “Bright Star”, produzione australiana del 2009, scritto e diretto da Jane Campion.

Il film s’incentra sulla figura di John Keats, poeta romantico inglese, e della sua fiamma Fanny Brawne, rispettivamente Ben Whishaw ed Abbie Cornish (le informazioni da wikipedia finiscono qui!).

119 minuti di puro romanticismo. Keats nel film è come me lo sarei sempre immaginata, un uomo delicatissimo, solcato da sentimenti profondi, tanto profondi che lo turbano, lo ammalano, ma soprattutto lo ispirano. Il film è pieno zeppo di silenzi, pause, in cui i due innamorati si lanciano sguardi, si sfiorano con gli occhi; ma è anche pieno di citazioni, citazioni di libri e autori inglesi e citazioni delle poesie di Keats che sono il leitmotiv dell’amore tra questo squattrinatissimo e malato poeta e la sua Fanny, sarta, esperta di moda, frivola e civettuola, come non manca mai di sottolineare il viscido e onnipresente Brown. Un paio di cose mi hanno attirato particolarmente: i paesaggi e la cerchia femminile decisamente all’avanguardia.

Per quanto riguarda i paesaggi, tutto il film è un tripudio di verde, boschi, ma soprattutto prati e fiori, le scene d’intimità fra i due (sempre tenerissimi baci, il film è decisamente casto e pulito) si svolgono quasi sempre all’aperto, nei giardini che circondano questa casa divisa tra la famiglia di Fanny e l’amico del poeta Brown. Meravigliosa poi, la scena girata nella stanza di Fanny, quando lei si strugge per la lontananza dell’amato Keats in cui dovunque svolazzano farfalle.

L’altra grande sorpresa sono le donne del film, a partire dalla stessa Fanny, ma soprattutto la sorpresa viene dalla madre. Siamo tra il 1818 ed il 1821, eppure questa madre non è per niente severa, non vieta alla figlia di vedere Keats, non vieta di baciarlo, di condividere momenti d’intimità nonostante i due non siano fidanzati. La consola durante le sue delusioni ed anzi, alla fine è lei stessa a proporre il matrimonio tra i due. Ugualmente aperte e moderne sono tutte le altre donne che frequentano la casa, ogni tanto si parla di pettegolezzi della gente, del fatto che Keats non ha niente e non è adatto a mantenere Fanny, ma alla fine non c’è nessuna rozzezza, nessuna privazione, cosa che mi sarei aspettata.

Per il resto, è un film molto silenzioso e non ha a pieno catturato la mia attenzione, lo consiglio sì, ma a chi ha davvero bisogno di una sferzata di romanticismo! Per i miei gusti manca di avventura e di colpi di scena.

voto: 7

 

 

  • SPOILER

Ovviamente alla fine, nel 1821 Keats muore a Roma, l’ultima battuta che si scambiano i due, che si lasciano prima di partire è: “Non una parola”. Fantastiche le ultime scene, che mostrano la bara sotto la scalinata di Trinità dei Monti.